MOZIONE CONCLUSIVA 3° Congresso FLP SCUOLA 9 E 10 NOVEMBRE 2019 HOTEL ATLETI – FOGGIA

Il 3° Congresso FLP SCUOLA CELEBRATO A FOGGIA nei giorni 9 E 10 NOVEMBRE presso HOTEL ATLETI, sentite la relazione della Segreteria Nazionale FLP Scuola,

 Fa propria la relazione della segreteria FLP  Scuola nella quale si riconosce pienamente.

In particolare:

  • Si apprezza la profondità di analisi delle realtà e dei contesti socio economici, relazionali e sindacali, territoriali e nazionali. Si coglie la precisa individuazione dei problemi economici e sociali che hanno travagliato, nell’ultimo periodo, il nostro Paese.
  • Si condivide la descrizione puntuale ed analitica delle problematiche che hanno interessato il mondo della scuola.
  • Si concorda nel riconoscere che obiettivo principale, a livello sindacale, per il prossimo quinquennio è quello, anche attraverso accordi con altre OO.SS., di pervenire al riconoscimento di sigla rappresentativa nel comparto scuola e ricerca.
  • Si riconosce e si apprezza il lavoro quotidiano svolto dalla segreteria uscente, dal gruppo di lavoro, dai collaboratori e dai volontari che hanno permesso una costante attenzione alla consulenza, alle relazioni con iscritti e iscritte e ai rapporti con le singole realtà scolastiche. Tutto ciò ha prodotto un radicamento nel territorio e un aumento degli iscritti.
  • Si condivide la necessità di dover contribuire, nell’immediato, alla ri-generazione dell’azione sindacale, a livello della FLP SCUOLA, che sia in grado di testimoniare valori che diano maggior vigore e forza alla rappresentanza degli interessi dei lavoratori, degli iscritti e della società civile.
  • Si fa propria la necessità di riaffermare il valore sociale della scuola cui è dato il compito, non facile e niente affatto scontato, di formare, istruire e far crescere le nuove generazioni cui bisogna, in primo luogo, ridare speranza.

A partire dagli spunti offerti dall’ampio dibattito, ricco e costruttivo e dai numerosi interventi dei delegati e degli invitati,

Il Congresso riconosce che:

  • Negli ultimi dieci anni la crisi economica ha provocato stagnazione, riduzione dei livelli occupazionali, chiusura di numerose attività produttive. Le politiche restrittive e la logica tutta finanziaria del pareggio di bilancio hanno prodotto riduzione di investimenti pubblici e restrizioni creditizie nei confronti di privati e imprese piccole e medie aggravando ulteriormente la situazione. Le misure imposte dall’Europa poi si sono tradotte, il più delle volte, in azioni finanziarie restrittive che non hanno evitato depressione e
  • Nel nostro Paese, si avverte la mancanza di una chiara linea politica ed economica, che sia in grado di individuare piani di sviluppo innovativi. Si è detto in questi giorni delle possibilità che possono offrire la green economy, il risparmio energetico, la circular economy, la salvaguardia del territorio, la messa in sicurezza dell’edilizia pubblica e privata e un sapiente e razionale sviluppo delle infrastrutture. Occorre intervenire sul patrimonio dell’edilizia scolastica con risorse economiche adeguate per metterlo in sicurezza e creare ambienti vivibili e sostenibili da un punto di vista
  • Nel nostro Paese, si avverte la mancanza di una chiara linea politica ed economica, che sia in grado di individuare piani di sviluppo innovativi. Si è detto in questi giorni delle possibilità che possono offrire la green economy, il risparmio energetico, la circular economy, la salvaguardia del territorio, la messa in sicurezza dell’edilizia pubblica e privata e un sapiente e razionale sviluppo delle infrastrutture. Occorre intervenire sul patrimonio dell’edilizia scolastica con risorse economiche adeguate per metterlo in sicurezza e creare ambienti vivibili e sostenibili da un punto di vista
  • E’ aumentato il divario sociale acuito dalla mancanza di una seria politica di redistribuzione del reddito. Il peso della crisi è stato scaricato sui più deboli e sul ceto medio anche perché è mancata un’efficace e seria politica di contrasto all’evasione fiscale e alla corruzione. Diventa sempre più complicato raggiungere l’autonomia indispensabile per costruire una famiglia a causa della mancanza di un lavoro sicuro, stabile e duraturo. E’ necessario riflettere su un nuovo ruolo del sindacato che sia in grado di individuare sistemi e regole per tutelare i nuovi lavori precari e le nuove forme contrattuali per riaffermare il diritto costituzionale al lavoro, all’ istruzione alla salute e alla casa.
  • Nella scuola, nonostante le nuove assunzioni, la politica dei tagli degli anni precedenti ha determinato l’aumento del numero di allievi per classe. Il blocco del turn over ha provocato l’innalzamento dell’età media dei docenti e del personale Nonostante i diversi interventi in materia occupazionale (dal 2016 ad oggi), si è verificato un aumento degli anni di precariato. Si è sentito il peso dell’innalzamento dell’età pensionabile che non tiene conto del logoramento psico-fisico e della necessità di un ricambio generazionale. D’altra parte anche l’intervento su “quota 100”, “ape social” e “opzione donna” ancora non produce gli effetti sperati, in tema di abbassamento dell’età del personale della scuola e del ricambio generazionale. La situazione si è aggravata, negli ultimi anni, a causa di nuovi e ulteriori carichi di lavoro e aumento di responsabilità connesse alla funzione docente e ATA. A questo proposito, è indispensabile considerare fra i lavori usuranti anche il servizio scolastico.
  • Occorre ricostruire la relazione tra le esigenze dei lavoratori della scuola e degli studenti, delle famiglie e del territorio perché ciò è alla base del riconoscimento sociale della professionalità dei docenti e di quanti, a vario titolo, operano nella scuola.
  • E’ necessario prestare attenzione sugli aspetti della L. 107/15 dei quali mancano ancora norme attuative nonché la necessità di intervenire su quelle norme che hanno creato enorme discrasia fra il ruolo dirigenziale e il personale docente ed ata. Occorre ridare rispettabilità ai precari della scuola; il recente decreto legge non affronta in modo compiuto tutte le varie situazioni di precarietà esistenti nella scuola. Infatti, ad iniziare dal mancato riconoscimento dell’anno in corso ai fini del conteggio dei 3 anni di servizio per partecipare al concorso, vi sono tutte una serie di omissioni nel decreto per le quali si invita la nuova segreteria nazionale a farsi portavoce a livello sindacale e sensibilizzazione a livello politico. Bisogna ridare dignità al lavoro dei Docenti, del personale ATA, e di quanti credono e operano affinché ogni scuola sia realmente una comunità Non basta indicarlo nei contratti, se poi non si dà effettività a tale obiettivo.
  • E’ prioritario rinnovare il contratto della scuola per il quale le risorse stanziate non sembrano congrue a recuperare il “gap” esistente con tutte le altre categorie del pubblico impiego. Occorre perseguire con tenacia il riequilibrio tra legge e contratto per fare in modo che, grazie alla negoziazione, si trovino soluzioni condivise ed eque. Le risorse della card (carta del docente) generano contrapposizione fra docenti di ruolo, precari e È inaccettabile che il bonus sulla premialità sia un’elargizione molto divisiva e selettiva fra gli insegnanti della stessa scuola. Queste risorse andrebbero messe a disposizione nel prossimo rinnovo contrattuale ed incluse nello stipendio base. Altrettanto dicasi per il bonus formazione, per il quale si auspica una disciplina normativa diversa che consenta un utilizzo finalizzato allo scopo per il quale lo stesso è stato concepito. Tale bonus, inoltre, è assolutamente indispensabile che venga riconosciuto anche al personale ata illegittimamente escluso da tale beneficio.
  • Permane una situazione di squilibrio nell’offerta d’istruzione e formazione sul territorio nazionale cui segue un’attribuzione diseguale di risorse umane e di organici, che, calcolati sul semplice numero di alunni, non tiene conto di altri elementi determinanti quali la dispersione scolastica e il disagio sociale. Ancora una volta ci troviamo a chiedere una seria politica scolastica che affronti il delicato problema del numero di alunni per classi. La difficoltà di gestione delle classi unita alla esigenza di svolgere una funzione docente che sia improntata al raggiungimento degli obiettivi prioritari in materia di educazione e formazione degli studenti, esige una riduzione del numero massimo di alunni per classi a non più di 22 con deroga a 18 nelle classi che accolgono alunni con disabilità grave.
  • Occorre intervenire per consentire la piena occupazione dei posti vacanti e disponibili sul territorio nazionale e, prima di pensare nuovamente, a “spostamenti di docenti dal sud al nord” come viene indicato nel recente decreto legge, occorre procedere alla revisione del numero di alunni per classi e ridefinizione degli organici delle scuole.
  • E’ necessario modificare il modo in cui è stato affrontato l’organico dell’autonomia. Va rivisto completamente l’organico cosiddetto di Così come è stato delineato dalla legge 107 ed utilizzato da dirigenti scolastici, appare più come un “docente tappabuchi” e non come risorsa per la scuola per l’ampliamento dell’offerta formativa; per pervenire a tale obiettivo occorre svincolare il docente “di potenziamento” dall’obbligo delle supplenze, proprio per offrire alle scuole ciò di cui hanno bisogno. Per realizzare l’autonomia scolastica è necessario avere l’organico potenziato nelle scuole dell’infanzia in misura adeguata alle necessità di ciascuna scuola. Proprio per quest’ordine di scuola, ivi compresa la scuola primaria, si assiste, almeno nelle regioni del sud, stante le difficoltà dei comuni, a un depotenziamento del servizio mensa (che pur rappresenta un momento formativo all’interno del percorso scolastico) con ovvi effetti in termini occupazionali e nocumento per le famiglie, sulle quali si scarica sempre più il costo della mensa.
  • Nonostante il recente concorso e quello in svolgimento per i dsga, si registra ancora una carenza di Dirigenti scolastici e DSGA che costringe ad affidare alle “reggenze” un numero spropositato di scuole. Occorre rivedere il sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici, non eravamo d’accordo sul corso-concorso, ma non siamo assolutamente d’accordo sul sistema di reclutamento adottato nell’ultimo concorso a posti di dirigente scolastico. E’ inammissibile che siano stati esclusi dal concorso riservato a posti di DSGA tantissimi assistenti amministrativi che da decenni svolgono effettive funzioni direttive e che, pur non essendo in possesso di laurea, hanno competenze, professionalità e capacità per svolgere tale ruolo. L’intervento del Capo dello Stato, che ha imposto al Governo di cassare la norma di salvaguardia per gli assistenti amministrativi non laureati, dimostra che non si ha alcuna conoscenza di come oggi, e diciamo da oltre 10 anni, sono state e vengono gestite le scuole con posti vacanti di DSGA. Si ritiene, altresì, importante valutare la possibilità di prevedere, per tutti i profili ATA, l’accesso al ruolo tramite concorso. Si rende necessario rivedere l’art. 59 del CCNL che consente l’utilizzo dei collaboratori scolastici e amministrativi su funzioni superiori. Tale possibilità va salvaguardata, estesa anche agli assistenti tecnici e coniugata con la necessità di accertare competenze anche con tirocini formativi. Si evidenzia la necessità della presenza dell’assistente tecnico nella pianta organica di ogni ordine di scuola.
  • Occorre tenere nella giusta considerazione il problema degli inidonei. Tutte le scuole hanno bisogno di uffici amministrativi efficienti e non è funzionale collocare in questi posti gli inidonei. Il personale ATA inidoneo non è né collocato fuori ruolo né sostituito ciò crea aggravi alla gestione delle risorse umane della scuola. Analogamente occorre trovare una soluzione anche per quanti hanno il riconoscimento di una riduzione della capacità
  • Per il personale ATA, nel prossimo contratto, si rende necessario definire con precisione il concetto di flessibilità dell’orario di lavoro. E’ importante determinare l’orario settimanale le cui oscillazioni non devono essere stravolte, senza preavviso, di giorno in giorno. E’ da rivedere l’istituto dell’intensificazione della prestazione che appesantisce notevolmente il lavoro quotidiano senza un adeguato riconoscimento. I due meccanismi (35 ore e intensificazione) hanno contribuito a costruire l’alibi ai tagli e alle riduzioni di organico del personale ATA operati in modo sistematico nelle leggi di stabilità. Non è necessario riscrivere i mansionari in modo radicale ma occorre rivederli nel dettaglio al fine di evitare equivoci e ambiguità. E’ giunto il momento di dare attuazione al contratto del 2007 che prevede l’istituzione di profili professionali intermedi (coordinatore amministrativo e assistente tecnico coordinatore) perché nell’organizzazione scolastica, sempre più complessa, con il continuo decentramento di compiti e funzioni dal Miur alle scuole, non si possono scaricare solo sul DSGA tutte le incombenze amministrative, di gestione dei servizi generali e dei laboratori.
  • Diventa indispensabile, se si vuole attenuare una evidente difficoltà di rapporti all’interno delle scuole, ma, più che altro, definire in modo compiuto il profilo professionale dei DSGA, pensare alla riscrittura delle funzioni e responsabilità di tale determinante funzionario. La separazione delle competenze e responsabilità in materia amministrativo e contabile fra dirigenti scolastici e DSGA è elemento imprescindibile per il corretto funzionamento delle scuole e il riconoscimento del ruolo “pre-dirigenziale “ del direttore amministrativo. L’adeguamento contrattuale per tale figura apicale ne è diretta conseguenza.
  • La FLP SCUOLA, inoltre, rivendica un proprio ruolo all’interno della stessa organizzazione sindacale. Il crescente aumento delle iscrizioni, la necessità di svolgere compiutamente il servizio di consulenza ed assistenza, richiedono preparazione,professionalità,continuo aggiornamento e dedizione. Tale attività, diversamente, da quanto avviene in altri comparti, stante anche la complessità e i continui cambiamenti nell’ordinamento giuridico scolastico, necessitano di tempi di svolgimento del ruolo sindacale che mal si conciliano con la normale attività scolastica motivo per cui, pur consapevoli di non poter beneficiare delle prerogative previste dalla legge per le OO.SS. non rappresentative, appare evidente l’esigenza che la Federazione riconosca concretamente tale impegno.

IL CONGRESSO affida alla nuova dirigenza sindacale il mandato di:

  • Proseguire il percorso intrapreso nel decorso congresso che ha dato buoni risultati sul piano politico e
  • Contribuire al rinnovamento degli organi dirigenti attraverso il coinvolgimento di nuovi iscritti e nell’ottica di un ricambio generazionale sapiente e coerente a tutti i livelli dell’organizzazione.
  • Continuare a incrementare la vicinanza agli associati mantenendo un alto livello di consulenza e sostegno agli iscritti di tutti i territori e di ogni profilo professionale, consolidando la presenza nelle province in cui sono già funzionanti sedi di assistenza e dando luogo ad iniziative che consentano al settore scuola di essere presente anche in altre realtà territoriali.
  • Mettere in atto tutte le azioni sindacali per riaffermare la centralità del contratto di
  • Richiamare l’attenzione su un sistema d’istruzione e formazione in grado di ridurre la dispersione e di favorire lo sviluppo di professionalità coerenti con i bisogni del mondo del
  • Ribadire l’importanza delle RSU e dei delegati quali presìdi di democrazia nelle scuole e partecipazione alle azioni sindacali, auspicando che, nel prossimo appuntamento per il rinnovo delle RSU, si giunga, ance mediante accordi con sigle sindacali rappresentative, di essere presenti al tavolo di contrattazione a livello scolastico, provinciale, regionale e nazionale.
  • Considerare la contrattazione integrativa d’istituto come opportunità di sviluppo dell’autonomia e della ripartizione equilibrata delle risorse umane ed economiche.
  • Consolidare e incrementare gli organici dei docenti e ATA in funzione delle reali esigenze delle istituzioni scolastiche e non sulla base di algoritmi numerici volti al risparmio economico.
  • Mantenere un alto livello di correttezza e trasparenza nell’azione sindacale.

I delegati del 3° congresso FLP SCUOLA, nell’affidare questo mandato al nuovo gruppo dirigente, si impegnano a essere parte attiva, sostegno e stimolo alla realizzazione del mandato stesso.

Approvata all’unanimità dai delegati al Congresso.

Foggia, 10 novembre 2019