È stata approvata definitivamente dal Senato la legge di bilancio 2025.
Una legge che impegna 30 miliardi di cui circa la metà è destinata a rendere strutturali l’Irpef a tre aliquote e il taglio al cuneo fiscale.
NEL DETTAGLIO PER QUANTO RIGUARDA L’IRPEF :
Confermata l’Irpef a tre aliquote anche per il 2025 e resa strutturale.
Anche per il 2025 le tasse si pagheranno in base alle seguenti aliquote e scaglioni:
23% per redditi fino a 28.000 euro;
35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro;
43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Il taglio dell’Irpef al ceto medio con il quale si contava di abbassare la seconda aliquota dal 35% al 33%, è rimandato al 2026. Con il gettito del concordato preventivo non ancora certo, visto che le adesioni si sono chiuse il 12 dicembre, gli sgravi per il ceto medio sono stati rimandati, ma non si esclude che si possa prevedere un intervento con un decreto a inizio anno. In ogni caso il Governo rassicura che il taglio della seconda aliquota ci sarà, ma solo una volta consolidati i conti pubblici
La manovra rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro (fino a uno stipendio di massimo 2.692 euro lordi al mese), già in vigore nel 2024. Il taglio al cuneo fiscale sarà esteso anche i redditi superiori ai 35.000 con una decalage che lo porterà a sparire superati i 40.000 euro. Questo per evitare lo scalone che inevitabilmente c’era per chi guadagnava meno e più di 35.000 euro.
Viene previsto un bonus per chi ha redditi fino a 20.000 euro e di uno sgravio fiscale per chi si trova nella fascia di reddito tra 20.000 e 40.000 euro.
Per ottenere lo sgravio, però, non si considererà più solo la retribuzione, ma il reddito complessivo. Il bonus sarà strutturato in questo modo:
fino a 8.500 euro di reddito si avrà un contributo del 7,1% l’anno;
tra 8.500 e 15 mila euro il contributo scende al 5,3%;
tra i 15 mila e i 20 mila euro cala ulteriormente al 4,8%;
tra 20.000 e 32.000 euro detrazione di 1.000 euro;
da 32.000 a 40.000 detrazione con decalage graduale.
MISURE PER LA SCUOLA
RIDUZIONE DELL’ORGANICO DELL’AUTONOMIA
La legge approvata prevede che, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva di cui all’articolo 1, commi 64 e 65, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia.
RIDUZIONE DEL PERSONALE ATA
Con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, da adottare entro il 15 febbraio 2025, si procede alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, in modo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027 una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità.
Quest’ultimo punto è stato oggetto di modifica durante l’esame della Camera dei Deputati, stabilendo che tale ultima riduzione debba essere conseguita non a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 (come originariamente previsto) ma a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027.
RIMODULAZIONE DELLE RIDUZIONI
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, le riduzioni riferite al personale docente possono essere rimodulate nell’ambito dell’organico triennale dell’autonomia di cui all’articolo 1, commi 64 e 65 della legge 13 luglio 2015, n. 107 ad invarianza finanziaria. La Camera, nel modificare anche tale disposizione, ha soppresso il termine per l’emanazione del citato decreto, inizialmente fissato al 31 marzo 2025.
Con il decreto di cui al quarto periodo, in deroga a quanto disposto dal presente comma, è possibile rimodulare le riduzioni dei posti dell’organico dell’autonomia e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, garantendo l’invarianza finanziaria.
CARTA DOCENTI
Tra le misure previste che coinvolgono la scuola, vi è l’art. 1 commi da 572 a 574 che dispongono l’estensione, non più solo per il 2023, bensì in via strutturale, della Carta del docente ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile, e ne ridetermina l’importo, stabilendo che, in luogo dei precedenti 500 euro in somma fissa, lo stesso sarà determinato annualmente, con decreto ministeriale, fino a un tetto massimo di 500 euro.
In particolare si prevede che:
La carta del docente viene estesa in via strutturale anche ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile (cioè con contratto al 31 agosto).
Le parole «nominale di euro» sono sostituite dalle seguenti: «fino ad euro».
Si stabilisce che «Con decreto del Ministero dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di assegnazione della Carta nonché annualmente l’importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti di cui al primo periodo e delle risorse di cui al comma 123.».
RISORSE DISPONIBILI
Si prevede altresì che l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 123, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementata di 60 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025.
MONITORAGGIO
Al fine di rafforzare la capacità di programmazione, monitoraggio e valutazione della spesa, in coerenza con quanto previsto nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, entro il mese di settembre di ogni anno, il Ministero dell’istruzione e del merito trasmette al Ministero dell’economia e delle finanze una relazione di monitoraggio sugli utilizzi della Carta docente.
COMMENTO
Il provvedimento prevede importanti novità in merito alla carta del docente. In primo luogo viene stabilito che essa spetti, non solo ai docenti di ruolo, ma anche ai docenti con contratto al 31 agosto (posto vacante e disponibile). L’estensione avviene a “regime” nel senso che è prevista in via definitiva. In precedenza, il Decreto Legge 13 Giugno 2023 n. 69 (c.d. Decreto salva-infrazioni) aveva previsto l’estensione ma solo per l’anno 2023.
Restano invece ancora esclusi i docenti con contratto al 30 giugno.
D’altra parte, si stabilisce che la carta avrà ogni anno un “importo massimo” di 500€ e che con apposito decreto ministeriale verrà definito annualmente l’importo della stessa tenendo conto del numero dei docenti che hanno diritto ad usufruirne e delle risorse disponibili, che vengono nel complesso incrementate di 60 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025.
Nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati, incrementa la dotazione dell’organico dell’autonomia:
di 1.866 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2025-2026
di 134 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2026-2027
allo scopo di garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità.
La copertura è individuata:
quanto a 24,99 milioni di euro per l’anno 2025 e a 75 milioni di euro annui a decorrere dal 2026 mediante corrispondente riduzione delle risorse del Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico di cui al comma 565 dell’articolo 1 del disegno di legge in esame quanto a 12,5 milioni di euro per l’anno 2026, a 14,17 milioni di euro per l’anno 2027, a 13,98 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2028 al 2031, a 16,72 milioni di euro per l’anno 2032, a 17,97 milioni di euro per l’anno 2033 e a 18,05 milioni di euro annui a decorrere dal 2034 mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
CONTRATTO SCUOLA
Gli aumenti stipendiali per personale scolastico prevedono un incremento del 6% per il contratto collettivo 2022/2024 e lo stanziamento di risorse per la successiva tornata contrattuale (2025/2027), garantendo un aumento stipendiale a regime del 5,4%, superiore all’inflazione programmata. Inoltre, il “taglio” del cuneo fiscale fino a 40 mila euro lordi si tradurrà in un ulteriore aumento stipendiale per il personale scolastico, pari al 6/7%.
Per il rinnovo dei contratti pubblici, nel dettaglio, la Legge di Bilancio stanzia 1.775 milioni di euro nel 2025, 3.550 milioni nel 2026 e 5.550 milioni nel 2027.
2 milioni di euro, invece, per il “Programma studente-atleta”, realizzato dalle istituzioni scolastiche al fine di permettere agli studenti-atleti, individuati sulla base dei requisiti stabiliti dal Ministero dell’istruzione e del merito in accordo con il Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), il Comitato italiano paralimpico (CIP) e Sport e salute Spa, ed iscritti alle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione, di conciliare l’impegno agonistico con quello scolastico
IMPORTANTE NOVITA’ PER IL PERSONALE DELLA SCUOLA IN MATERIA DI COLLOCAMENTO A RIPOSO
Nella legge di bilancio 2025 c’è una novità importante che modifica la norma del pensionamento d’ufficio per chi compie i 65 anni entro il 31 agosto 2025 ed ha raggiunto i 41 anni e 10 mesi di contributi se donna o i 42 anni e 10 mesi di contributi se maschio.
Fino all’anno scolastico 2023/2024, un docente che aveva raggiunto i 65 anni di età anagrafica ed aveva maturato l’anzianità contributiva di 41 e 10 mesi per le donne o 42 e 10 mesi per i maschi, veniva mandato in pensione d’ufficio senza fare la domanda, adesso, con la legge di bilancio 2025, è abolita la cessazione d’ufficio alle suddette condizioni.
In definitiva: è stato abrogato il limite dei 65 anni di età come requisito per collocare in quiescenza d’ufficio chi avrà maturato il limite massimo contributivo previsto per legge. Nel caso del personale scolastico tale limite resta fissato a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini, ma l’età anagrafica per la pensione d’ufficio dal 2025 sale a 67 anni.
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